PFAS: le sostanze chimiche eterne che mettono a rischio il pianeta

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Le sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche, comunemente note come PFAS, sono entrate a far parte del nostro quotidiano senza che ce ne accorgessimo. Utilizzate in una vasta gamma di prodotti, dalle padelle antiaderenti ai tessuti impermeabili, queste sostanze chimiche, per la loro straordinaria resistenza e persistenza, sono state soprannominate “sostanze chimiche eterne”. Ma qual è il loro impatto sull’ambiente e sulla salute umana? E cosa possiamo fare per contrastarne la diffusione?

Cosa sono i PFAS?

Si tratta di un gruppo eterogeneo di composti chimici sintetici caratterizzati da una forte repulsione all’acqua e all’olio. Queste proprietà li rendono particolarmente utili in numerosi settori industriali, ma allo stesso tempo li rendono estremamente persistenti nell’ambiente. Una volta rilasciati, i PFAS si accumulano nel suolo, nelle acque superficiali e sotterranee, e possono persistere per migliaia di anni senza degradarsi.

Perché sono un problema?

  • Persistenza ambientale: la caratteristica principale è la loro estrema resistenza alla degradazione. Una volta rilasciati nell’ambiente, rimangono presenti per molto tempo, contaminando suoli, acque e sedimenti.
  • Bioaccumulo: i PFAS tendono ad accumularsi negli organismi viventi, compreso l’uomo, attraverso la catena alimentare.
  • Tossicità: studi scientifici hanno evidenziato una correlazione tra l’esposizione a queste sostenze e diversi problemi di salute.

Dove si trovano i PFAS?

I PFAS sono onnipresenti nell’ambiente. Li troviamo:

  • Nell’acqua: Acque superficiali, acque sotterranee, acque potabili.
  • Nel suolo: Siti industriali, discariche, terreni agricoli.
  • Negli alimenti: Pesce, prodotti lattiero-caseari, frutta e verdura.
  • Nei prodotti di consumo: Imballaggi alimentari, tessuti, schiume antincendio, cosmetici.

Come smaltire correttamente i rifiuti contenenti PFAS?

Lo smaltimento dei rifiuti contenenti PFAS richiede un approccio altamente specializzato. Ecco alcune best practice:

  • Identificazione: È fondamentale identificare correttamente i rifiuti contenenti queste sostanze per garantire uno smaltimento adeguato.
  • Raccolta differenziata: I rifiuti contaminati devono essere raccolti separatamente e conferiti in appositi contenitori.
  • Trattamento: I rifiuti possono essere sottoposti a trattamenti fisici, chimici o biologici per ridurne la concentrazione.
  • Disposizione finale: I rifiati trattati devono essere smaltiti in discariche autorizzate e controllate.

I PFAS rappresentano una delle maggiori sfide ambientali del nostro tempo. La loro pervasività e tossicità richiedono un approccio coordinato e multidisciplinare. Ognuno di noi può contribuire a ridurre l’impatto dei PFAS sull’ambiente, scegliendo prodotti sostenibili e informandosi sulle corrette pratiche di smaltimento.

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