Classifichiamo i rifiuti: C.E.R. e E.E.R

rifiuti

La corretta classificazione dei rifiuti risponde ad un doppio obbligo: legislativo, secondo i canoni individuati dalle norme vigenti, ed etico, dal momento che lo smaltimento dei rifiuti, effettuato in maniera corretta, aiuta a proteggere l’ambiente e a prevenire la dispersione di sostanze tossiche e dannose.

Conoscere la classificazione dei rifiuti è importante per capire come dividere ogni tipologia di rifiuti e concorrere al giusto tipo di smaltimento. 

Classificazione dei rifiuti

L’attuale classificazione dei rifiuti è quella fornita dal Catalogo Europeo Rifiuti (C.E.R.), altrimenti noto come Elenco Europeo Rifiuti (E.E.R.), così come individuati dalla Decisione della Commissione 2014/955/UE e dalla Rettifica GUUE L90/117, ultimi aggiornamenti ora in atto.

I codici CER sono divisi in due categorie: rifiuti pericolosi e rifiuti non pericolosi. I rifiuti pericolosi sono contrassegnati da un asterisco per essere più facilmente individuati all’interno del Catalogo dei Rifiuti.

La decisione viene presa dopo precisi test di laboratorio che qualificano la tossicità di un rifiuto a partire da un campione, prelevato da un tecnico specializzato e verificato al fine di emettere il cosiddetto certificato analitico.

Le due categorie principali dei codici CER sono riconosciute in:

  • CER assoluti, codici che identificano rifiuti sempre pericolosi;
  • CER non assoluti, codici che identificano rifiuti non pericolosi per le sostanze tossiche in esso contenute;
  • CER a specchio, qualora il tecnico abbia bisogno di approfondimenti ulteriori da parte del produttore per determinare la sua reale pericolosità.

In quest’ultimo caso, è il produttore a dover mostrare in fase di verifica i risultati ottenuti da un controllo più profondo sul grado di inquinamento delle sostanze chimiche e fisiche rilasciate dal rifiuto.

Tale controllo consta di diverse fasi, che vanno dalla revisione di tutti i componenti facenti parte del prodotto iniziale al campionamento e analisi del rifiuto, per individuare inequivocabilmente il grado di pericolosità.

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